Terra di Simplipam

Il regno a mia immagine e somiglianza.

venerdì 1 agosto 2008

La scatola

Era in vetrina…la guardò per un po’ e poi si fece coraggio e decise di entrare. Avvicinò un commesso un tipo magro con gli occhialetti che sembrava un bancario più che un venditore di giocattoli. “ scusa signore” disse il bimbo con un filo di voce “potrei per favore vedere il giocattolo che è in vetrina”… .
Il commesso scrutò il bambino domandandosi dove fossero i suoi genitori. Si avvicinarono alla vetrina e il bambino con il cuore in gola per l’entusiasmo indicò al ragazzo la scatola in questione.
Aveva visto e posseduto tanti giochi in vita sua, ma quello aveva sicuramente qualcosa di speciale.
Il commesso prese la scatola e la porse al bimbo raccomandandosi di non rovinarla.
La confezione era tutta azzurra. Sembrava proprio un pezzo di mare in scatola.
Il bimbo cominciò a farsela girare tra le mani non sapendo bene cosa farci. Era così curioso di vedere cosa ci fosse dentro ma purtroppo la scatola era incartata con il cellophane e non si poteva aprire. Avrebbe voluto fare mille domande al commesso ma la sua timidezza gli faceva ingoiare ogni parola.
Stette cosi per qualche minuto e poi a malincuore riconsegnò la scatola al venditore "grazie infinite" disse ed usci dal negozio. Dalla vetrina vide il venditore riporre la scatola al suo posto. Gli diede l’ultima occhiata e proseguì verso casa.
Per qualche giorno il pensiero era spesso fisso a quella vetrina. Se solo avesse potuto aprirla un pochino magari non ci sarebbe stato a pensare così tanto, se solo la sua timidezza non gli avesse impedito di fare domande.
Con il passare del tempo quella scatola divenne un pensiero occasionale ma quando arrivava era così intenso che ogni volta gli faceva rivivere le stessa sensazione provate tempo prima al negozio. Di tanto in tanto passava davanti alla vetrina per assicurarsi che ci fosse ancora. Era sempre lì, azzurra come il mare.
Il tempo passò…finì la scuola elementare si godette l’estate e fu iscritto alla scuola media. Nuova classe, nuovi amici, nuovi professori, nuovi traguardi e un gran senso di inadeguatezza.
Il primo anno fu un travaglio. Una gran sofferenza, non si riusciva proprio ad abituare, tutto gli sembrava difficile. Si sentiva piccolo piccolo ma proiettato in un mondo di grandi al quale sentiva di non appartenere.
Ci provò con tutte le sue forze. Cadeva e si rialzava, delle volte rimaneva a terra più a lungo altre si rialzava subito. Piangeva, rideva e si faceva forza perché in fondo sapeva che prima o poi ce l’avrebbe fatta. Di tanto in tanto passava davanti a quella vetrina. Era sempre lì.
Un anno passò, passò l’estate e le cose sembravano pian piano essere più semplici.
Il nuovo anno scolastico iniziò con uno spirito nuovo. Fiducia, più sicurezza e più maturità. Stava diventando grande.
Qualche mese ancora passò.
Un giorno, fu invitato a casa di un suo compagno a fare i compiti.
Tornò a casa, mangiò qualche cosa e molto contento prese lo zaino, le chiavi e uscì sbattendo fragorosamente la porta.
A pranzo era spesso solo a casa, come del resto per la maggior parte del tempo. Aveva dovuto imparare molto presto ad essere auto sufficiente la sua situazione famigliare glielo imponeva.
Nel suo piccolo considerava questa estrema indipendenza una gran fortuna. Faceva quello che voleva e nessuno lo controllava. Non è che si approfittasse troppo di questa libertà, anzi la gestiva da vero ometto ricevendo spesso molti complimenti dalle mamme dei suoi amici. Solo molti anni dopo si ritrovò a scontare con il suo dolore i danni subiti da ciò che per tanto tempo aveva considerato una fortuna.
Il suo amico non abitava molto distante. Era a due isolati e il sole rendeva la passeggiate assai gradevole.
Arrivò al portone suonò e una voce di donna rispose invitandolo a salire. “….È bello essere accolto da una mamma….”Pensò “…..ma che palle deve essere averla sempre tra i piedi……”
Salì le scale. Il suo amico lo stava aspettando sulla porta di casa, entrò e insieme si diressero in cameretta. La casa era invasa dal profumo di ciambellone appena sfornato che molto probabilmente sarebbe stato la loro merenda.
Si sistemarono sulla scrivania in modo tale da sbrigarsi a fare i compiti e dedicare così il pomeriggio a giocare.
Matematica, Italiano, Inglese, Geografia. FINITO!!
Ora si potevano svagare.
Il suo amico aprì l’armadio dei giochi per prendere il pallone ed improvvisamente tra le cianfrusaglie varie il bambino notò qualche cosa che catturò la sua attenzione. Il pezzo di mare in scatola. Non poteva credere hai suoi occhi, finalmente avrebbe potuto placare la sua curiosità che si portava ormai dietro da anni.
Aveva fantasticato molto su quella cosa ed ora che era li davanti a se non sapeva bene cosa fare e cosa aspettarsi. “La tocco o no”, “la apro o no”, “svelo il mistero o lascio tutto come era”. Domande su domande ronzavano nella sua testa e una strana forma di ansia lo stava invadendo. Il suo amico si accorse del cambiamento e rimase a guardarlo per un attimo senza capire cosa stesse succedendo. “Tutto bene?” gli domando, “si si tutto ok perché?” rispose il ragazzo, “ nulla è solo che ti vedo diverso” ribbattè l’amico. La discussione si interruppe lì e l’amico continuò a cercare la palla che in mezzo a quella confusione non riusciva a trovare. Smuovendo tra le cose improvvisamente la scatola cadde rovesciandosi a terra. Si aprì lievemente lasciando intravedere qualche cosa al suo interno. Il bambino cercò di sbirciare dentro ma si sentiva stranamente imbarazzato. Avrebbe voluto avere più tempo ma proprio mentre si decise ad avvicinarsi il suo amico la raccolse, la richiuse e la ripose. Forse era stato intenzionale il gesto frettoloso dell’amico o magari il destino non aveva ancora voluto concedergli questa possibilità.
Il fatto è che non voleva mica possederla, non gli interessava che la scatola non fosse la sua, e non gli interessava che fosse in un’altra casa, era solo curioso e stranamente attratto. Avrebbe solo voluto avere la possibilità di aprirla e concedersi la possibilità di scoprire cosa ci fosse dentro e magari, passare un po’ di tempo a giocarci piacevolmente di tanto in tanto.

2 commenti:

cabubi ha detto...

io, presa dalla curiosità avrei immediatamente aperto la scatola...

Regina Simplipam ha detto...

E' vero molti avrebbero fatto così ma molti altri si lasciano spesso sfuggire le occasioni...e dopo potrebbe essere troppo tardi.